giovedì 16 settembre 2010

Rialfabetizzare - Quinto incontro

Sono ripresi lo scorso 7 settembre i lavori della commissione formazione, che si è riunita per la quinta volta dalla sua istituzione.

Il parroco ha presentato il calendario annuale degli incontri (vedi il primo commento) che saranno in tutto nove, il sabato pomeriggio, in parrocchia, dalle 17.00 alle 20.00. Il primo, sabato 25 settembre.

Incontreremo e ascolteremo almeno quattro esperti (vedi post precedente), persone che già sperimentano sul campo un metodo innovativo ed efficace di trans-formazione. Alternando ogni incontro di ascolto con uno di verifica e di risonanza delle cose ascoltate, rispetto alle esigenze specifiche del nostro progetto e della comunità parrocchiale di San Frumenzio.

Delle esperienze che verranno presentate ci interessa conoscere i contenuti, ma soprattutto il metodo, l’itinerario, il progetto. Porremo dunque agli esperti queste due semplici ma precise domande: qual è l'obiettivo e qual è il metodo del vostro itinerario?


Tra coloro che ci piacerebbe ascoltare ci sono: Luciano Meddi (in particolare per l’incontro preliminare, sulle direzioni fondamentali della nuova catechetica); Giuseppe Sovernigo, Marco Rupnik, lo stesso Marco Guzzi, che fa parte della nostra commissione.

Rimettiamo a fuoco il nostro obiettivo “ambizioso”: ascoltare le diverse esperienze, integrarle e quindi creare un percorso nuovo, un itinerario formativo basilare che utilizzi liberamente materiali e ispirazioni altrui.

Un percorso rivolto agli operatori pastorali, non in quanto “tecnici” della pastorale, ma "in quanto persone" (tutti abbiamo bisogno di ricominciare a vivere, di riscoprire una “sorgività” della fede).

Un percorso che punti al “cuore” delle persone (inteso biblicamente, non romanticamente), alla loro “carne” (abbiamo parlato, negli incontri precedenti, dell’importanza di tornare a comprendere il “corpo”). Che si faccia carico delle ferite e delle fragilità (psichiche) che nessuno vuole ascoltare o è in grado di riconoscere.


E’ impossibile parlare di Dio, abbiamo convenuto, senza attraversare il mondo esistenziale nelle sue profondità spesso inconsapevoli. L’elemento esistenziale profondo (psicologico) è oggi imprescindibile – 100, 50 anni fa non era così – ma si capisce solo alla luce della comprensione culturale (la mia crisi nella crisi dei tempi). Perché l’itinerario funzioni devono inter-agire tutti e tre gli elementi: psicologico, culturale, spirituale. Un itinerario per adulti, un’opera di destrutturazione e ricostruzione, sulla base della lettura dei tempi.

La centralità della relazione. L’esperienza della vita ci insegna che è la relazione che cambia le persone, che le cura, le aiuta a guarire (o le ferisce). Le persone lo sanno, sentono che la relazione è curativa, ma non sanno cosa questo comporti (vedi le crisi coniugali o affettive in generale). Se questo è vero, non potremo riproporre una serie di lezioni frontali, ma dovremo provare a costruire un cammino di formazione relazionale, fondato sulle relazioni (accompagnamenti, piccoli gruppi). Nel nostro metodo deve essere prevista la costruzione di relazioni profonde (o almeno le “istruzioni” per la costruzione di queste relazioni, il desiderio di esse: sarebbe bello partorire madri e padri spirituali). Dobbiamo, insomma, “rialfabettizzare” la relazione, così come dobbiamo rialfabettizare l’ascolto di sé (l’autoconoscimento).

La consapevolezza è quella di essere “analfabeti” rispetto alle dinamiche relazionali, all’osservazione di sé, all’ascolto profondo. Dobbiamo imparare ad ascoltarci e raccontarci al di là delle rappresentazioni (maschere) anche religiose che abbiamo costruito di noi stessi. Il Focusing, ad esempio, insegna ad ascoltare parti di noi che normalmente non conosciamo. E’ questa un’esigenza molto sentita, magari anche inconsapevolmente, dagli uomini di oggi. Il nostro itinerario, dunque, vorrà aiutare le persone a riconoscere, riscoprire e “narrare qualcosa di sé” (che in termini religiosi potremo forse definire come il percorso di discernimento che porta alla scoperta della propria vocazione in Cristo).

L’incontro della commissione termina con l’assegnazione dei compiti. Il parroco cercherà la disponibilità dei relatori, a partire da Luciano Meddi per il 25 settembre (o il 16 ottobre). Chiederà inoltre a Meddi, come agli altri testimoni, di inviare anticipatamente un testo per poter riflettere prima e arrivare più preparati all’incontro. L’idea è di mettere a disposizione gli eventuali contributi su questo blog o sul sito della parrocchia di San Frumenzio.

Resta in sospeso la questione dei gruppi parrocchiali, la verifica dei loro cammini formativi.

2 commenti:

  1. Calendario annuale degli incontri della commissione formazione (nei giorni di sabato, il pomeriggio, dalle 17.00 alle 20.00, in parrocchia): 25 settembre, 16 ottobre, 27 novembre, 11 dicembre, 15 gennaio, 19 febbraio, 12 marzo, 7 maggio, 4 giugno.

    Calendiario del Consiglio pastorale (domenica sera, 20.30): 19 settembre, 10 ottobre, 21 novembre, 9 gennaio, 13 febbraio, 20 marzo, 15 maggio, 12 giugno (ipotesi tutta la giornata)

    Altre date. Dal l’1 al 3 ottobre gli esercizi spirituali di inizio anno, guidati da Stella Morra: educare all’interiorità e alla preghiera (è previsto un accompagnamento per i momenti di silenzio).

    Dal 30 gennaio al 5 febbraio la Settimana formativa: l’idea è quella di realizzare un grande workshop sul tema dell’educazione.

    Dal 25 al 27 marzo gli esercizi di Quaresima rivolti agli adulti. C’è l’idea di invitare per la predicazione i monaci di Bose.

    Dall’1 al 3 aprile gli esercizi per le giovani coppie.

    Dall’8 al 10 aprile gli esercizi per i giovani. Tra le ipotesi: Suor Mercedes o Gianni Caliandro, di Molfetta (eventualmente da ascoltare per la commissione).

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  2. Finale a sorpresa della riunione. Ciascuno prova a rispondere alla domanda "come stai?" Come ti senti alla fine di questo incontro?
    Nelle risposte c'è serenità, contentezza, soddisfazione o comunque minore affaticamento o pesantezza rispetto all’inizio dell’incontro o agli incontri precedenti. Forse – come ha detto qualcuno – il prodotto finale del lavoro è il lavoro stesso, quello che abbiamo vissuto, il valore è nella nostra presenza, nella consapevolezza che questa è la strada, nell’attesa gioiosa del nuovo che avanza, seppure faticosamente.

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